Si tratta di migranti che speravano di raggiungere l’Europa a bordo di un barcone andato in avaria. La guardia costiera aveva tratte in salvo 570 persone, altre 200–270 risultavano disperse
TUNISI — Centocinquanta cadaveri sono stati trovati al largo della costa tunisina. Si tratta di migranti che erano a bordo del barcone andato in avaria 1 durante la traversata verso Lampedusa. La notizia è stata data da un funzionario dell’Onu.
Ieri l’agenzia di stampa tunisina Tap aveva riferito che 570 persone erano state tratte in salvo e altre 200–270 risultavano disperse. Arrivato a una ventina di chilometri dall’isola di Kerkennah, il barcone si era trovato in difficoltà a causa di un guasto e del mare mosso. I profughi avevano cercato di raggiungere alcuni piccoli pescherecci e si erano accalcati. La ressa ha fatto rovesciare le imbarcazioni e la guardia costiera tunisina era riuscita a salvare soltanto una parte dei naufraghi.
“Finora 150 corpi di rifugiati sono stati trovati al largo delle coste di Kerkennah — ha detto Carole Laleve, funzionario dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati — Le operazioni di ricerca proseguono”. Secondo la Mezzaluna rossa tunisina, l’equivalente della Croce rossa, i cadaveri recuperati sono 123.
L’Acnur fornisce le cifre di quella che è una vera e propria strage: sono oltre 1.500 in poco più di due mesi le persone partite dai porti libici e mai approdate sull’altra sponda del Mediterraneo. Queste stime si basano su testimonianze di sopravvissuti, parenti delle vittime e chiamate ricevute dalle imbarcazioni impegnate nella traversate.