Le comuÂnità dei migranti per dialogÂare utiÂlizÂzano tutti i modÂerni canali di comunicazione
ParÂlano, chatÂtano, scherzano, conÂdiÂviÂdono espeÂrienze. Si danno anche appunÂtaÂmento. Ma non nei pressi di qualche negozio o via parÂtiÂcoÂlare, ma davanti allo schermo del comÂputer. Sono due ragazze ucraine che vivono a migliÂaia di chilometri di disÂtanza. Una a FogÂgia, l’altra a Kiev. E come loro, citÂtaÂdini di comuÂnità africane, sudamerÂiÂcane, dell’Europa dell’Est posÂsono quasi sfioÂrarsi, senÂtirsi vicini anche se sepÂaÂrato dagli oceani o terre sconÂfiÂnate. E’ la forza dei nuovi canali di comuÂniÂcazione che abbatÂtono le fronÂtiere, che incenerÂiscono i conÂfini, e riescono ad avvicÂinare le perÂsone. SpeÂcialÂmente i migranti, speÂcialÂmente quei citÂtaÂdini che vivono in Italia lonÂtani dai loro parÂenti, dai loro amici, da colÂoro che hanno lasÂciÂato per vivere il sogno di un vita migliore nel nosÂtro Paese.Ed oggi graÂzie alle videochiaÂmate effetÂtuate su Skype o al social netÂwork di FaceÂbook comuÂniÂcare è molto più semÂplice. BasÂtano un comÂputer ed un colÂlegaÂmento interÂnet. E se non tutti i migranti posÂsono accedere al servizio diretÂtaÂmente da casa, gli interÂnet point a poco più di un euro all’ora conÂsentono di ragÂgiunÂgere virÂtualÂmente tutto il mondo. E la magÂgior parte di questi CenÂtri sono gestiti proÂprio da citÂtaÂdini stranieri.Quello di Skype è senza dubÂbio il canale di comuÂniÂcazione più immeÂdiÂato, perÂché anche se sepÂaÂrati da uno schermo, le perÂsone hanno quasi la percezione di potÂersi sfioÂrare, tocÂcare, abbracÂciare. Ed è così che i nonni rimasti in Ucraina posÂsono comunque veder crescere le loro nipoÂtine nate in Italia. Un modo, dunque, per tenere uniti i conÂtatti, per parÂlare con i proÂpri familÂiari aggiÂrando la trisÂtezza del disÂtacco. Così come FaceÂbook perÂmeÂtte di chattare o di dare notizie di sé a chi è lonÂtano. E tra le comuÂnità di chi arriva dai paesi dell’Est, i social netÂwork più utiÂlizÂzati sono quelli di love.ru e kontakte.Finestre virÂtuÂali che ospiÂtano e conÂdiÂviÂdono in modo parÂtiÂcoÂlare i penÂsieri di citÂtaÂdini russi, ucraini, polacÂchi. Insomma, la tecÂnoloÂgia abbatte le fronÂtiere ed anche se non può sosÂtiÂtuire il calore della vicÂiÂnanza, può renÂdere la perÂmaÂnenza di un migrante in Italia un po’ meno dura.