Banca Monte dei Paschi e l’Associazione Corte dei Miracoli a confronto con enti e istituzioni locali sul tema dell’immigrazione
Circa 30.000 i migranti in provincia di Siena, che rappresentano il 10% della popolazione complessiva contro il 7% a livello italiano. Rispetto ad altre realtà nazionali e regionali, la situazione degli immigrati nel territorio senese è migliore: è più contenuta la presenza irregolare e più basso il livello disoccupazione
Percorsi innovativi e strumenti personalizzati per i nuovi cittadini, legati all’esigenza di sentirsi parte di una società complessa. E’ quanto le realtà della provincia di Siena offrono ai migranti per favorire l’accesso ai sistemi di protezione sociale e ai servizi pubblici. Ma occorre un impegno ulteriore per intraprendere un progetto innovativo che favorisca il passaggio dall’integrazione all’interazione dei “nuovi italiani”.
Su questo argomento si sono confrontati esperti e rappresentanti delle istituzioni locali nel corso della giornata di lavoro dedicata al tema dell’immigrazione, organizzata da Banca Monte dei Paschi e dall’Associazione Corte dei Miracoli, moderata da Fidel Mbanga Bauna, unico giornalista di origine africana in Italia alla guida di un tg. Un momento di riflessione e dibattito, che ha fatto il punto sugli strumenti già a disposizione nel territorio per l’accoglienza dei “nuovi italiani” e che ha offerto interessanti spunti per la definizione di un nuovo percorso di crescita di questi cittadini.
Alla fine del 2009, ultimi dati disponibili, i cittadini stranieri residenti in provincia di Siena erano poco meno di 28.000 e rappresentavano ormai oltre il 10% della popolazione complessiva. Rispetto alla realtà regionale e nazionale, dove gli stranieri regolarmente residenti sono rispettivamente il 9% e il 7% (sempre alla fine del 2009), nel senese l’immigrazione è quindi un fenomeno ben più rilevante.
“Occorre sottolineare che, in relazione agli alti indici di vecchiaia e ai bassi indici di natalità, l’immigrazione si presenta come l’unica vera risorsa demografica della provincia di Siena: senza l’immigrazione la popolazione senese non solo sarebbe drasticamente diminuita ma avrebbe finito per concentrarsi nelle fasce di età oltre i 65 anni – ha osservato il professor Fabio Berti, docente di sociologia delle migrazioni all’Università degli studi di Siena, presentando uno studio relativo all’immigrazione nella provincia di Siena -. La popolazione straniera è particolarmente giovane tanto che il 21% degli immigrati presenti ha meno di 18 anni e, tra i soli minorenni, gli stranieri sono quasi il 15% del totale; questo spiega perché nelle scuole della provincia gli alunni stranieri sono in costante aumento (complessivamente il 13,5%) e garantiscono in molti comuni la possibilità di mantenere aperte le scuole elementari e le scuole medie. Le nazionalità più numerose sono quelle albanese e rumena, con circa 5.500 presenze ciascuna, seguite da quelle marocchina, macedone, serba, ucraina e polacca, tutte con poco più di 1.000 presenze”.
Accanto ai corsi di lingua italiana enti locali, mondo del volontariato e associazioni di promozione sociale progettano frequentemente momenti di formazione individuale e collettiva per trasmettere la conoscenza della storia e delle tradizioni italiane, le modalità di gestione della quotidianità e per individuare le capacità e competenze professionali maturate in precedenza. Il passaggio dall’integrazione all’interazione va ritrovato proprio nella valorizzazione del capitale umano e sociale e delle specificità individuali acquisite nel corso del proprio vissuto. E’ questo lo spirito che ha caratterizzato gli interventi dei rappresentanti di associazioni e istituzioni che si sono alternati al Santa Maria della Scala e dei cittadini migranti, che in prima persona hanno raccontato storie difficili di chi ha deciso di mettersi in gioco, abbandonando la propria terra per affrontare la sfida dell’integrazione in un nuovo paese. Alla tavola rotonda conclusiva dell’evento si sono alternate sul palco le testimonianze di Antonio Vigni, direttore generale di Banca Monte dei Paschi di Siena, Giulio Aldinucci, vice presidente Associazioni Corte dei Miracoli, Enrico Cecchetti, deputato della Fondazione Monte dei Paschi di Siena, Anna Ferretti, assessore servizi sociali e sanità del Comune di Siena, Simonetta Pellegrini, assessore al welfare della Provincia di Siena e Mario Marzucchi, presidente di Microcredito di Solidarietà.
“Con un patrimonio di clienti immigrati superiore alle 280mila unità è evidente il ruolo sociale del nostro Gruppo bancario nella politica di inclusione finanziaria di queste persone – ha affermato Antonio Vigni, direttore generale di Banca Mps -. Per poter raccogliere al meglio le istanze provenienti da un mercato sempre più esigente, abbiamo sviluppato un modello relazionale basato su un’offerta di servizi finanziari “aperti” ed innovativi (siamo stati il primo gruppo bancario italiano ad attivare il servizio di rimesse gratuito). L’offerta ai migranti si concretizza con l’intera gamma di conti previsti per i residenti in Italia. L’approccio che vogliamo valorizzare è infatti per un’offerta “inclusiva” e non “esclusiva””.
“Dalla mia esperienza di insegnante della scuola d’italiano della Corte dei Miracoli – ha detto Giulio Aldinucci, vice-presidente della Corte dei Miracoli e referente per il settore sociale -, ho maturato un’impostazione di lavoro che supera il “tradizionale” concetto di integrazione in un’ottica più dinamica, che vede i nuovi cittadini poter interagire con il tessuto sociale nel quale vivono. Ciò è essenziale per il pieno conseguimento dei diritti di cittadinanza. Investire in formazione vuol dire investire nel futuro”.
In base ai dati emersi dallo studio una delle caratteristiche dell’immigrazione senese è la grande eterogeneità a livello comunale tanto per quanto riguarda la semplice presenza ma anche per quanto riguarda la “concentrazione” dei gruppi nazionali.
“Per noi sostenere e valorizzare ogni componente positiva della comunità locale significa– ha affermato Enrico Cecchetti, deputato della Fondazione Mps — anche guardare con attenzione a nuove realtà come quelle di chi ha scelto di far parte della comunità senese, pur provenendo da realtà diverse e lontane. Lo abbiamo fatto finanziando progetti promossi da associazioni, in particolar modo locali, che si prodigano, con tanto impegno volontario e importanti risultati, per agevolare la quotidianità e l’integrazione degli immigrati. Lo facciamo anche coinvolgendo le comunità degli immigrati (come con il progetto Fondazioni4Africa con il Senegal) in iniziative di cosviluppo che vedono gli immigrati artefici di nuove relazioni culturali, ma anche economiche, tra il nostro territorio e quelli di loro provenienza”.
In alcuni comuni l’immigrazione sta davvero rappresentando una “rivoluzione”: si pensi che a Monticiano, per quanto riguarda la fascia di età 20–30 anni, gli stranieri sono oltre la metà dei residenti. Per prima cosa una stima dell’irregolarità che, contrariamente agli allarmi suscitati dai media e strumentalizzati da una parte della politica, ci dice che gli stranieri privi di permesso di soggiorno sono meno del 10% rispetto al numero dei regolari, portando quindi la presenza effettiva degli stranieri ad oltre 30.000. “Nella nostra provincia – ha commentato Simonetta Pellegrini, assessore al welfare della Provincia di Siena — l’immigrazione è cresciuta negli anni in modo consistente e si presenta come un elemento strutturale e stabile. La popolazione straniera rappresenta una risorsa: dal punto di vista demografico, sicuramente, ma anche economico e culturale. Come amministrazione provinciale abbiamo contribuito, attraverso i progetti e le iniziative legate all’alfabetizzazione linguistica, ai percorsi di formazione professionale e culturale, a creare le condizioni per un pieno inserimento nella nostra società. L’obiettivo che abbiamo tutti di fronte è quello di consolidare una comunità plurale in cui le diversità rappresentano una ricchezza e di costruire percorsi per la piena cittadinanza”.
Selezionando tra le molte informazioni ottenute con l’indagine campionaria, vale la pena ricordare alcuni dati di natura “economica: il 35% degli intervistati ha dichiarato un reddito inferiore agli 800 euro mensili, il 32% un reddito compreso tra 800 e 1000 euro e il 33% di oltre 1000 euro. Tuttavia rimangono forti differenze di genere: se guardiamo la situazione della sola componente femminile, coloro che riescono a superare la soglia dei 1000 euro sono appena il 13,5%. “L’attività di sostegno ai migranti – ha sottolineato Mario Marzucchi, presidente del Microcredito di Solidarietà -, si traduce non solo nell’esame e nella concessione di prestiti per soddisfare bisogni primari ma anche nel seguimento e nell’assistenza dei soggetti, in un percorso che sia di progressivo avvicinamento all’inclusione sociale. Le esigenze maggiormente finanziate in questi ultimi anni vanno dall’ acquisto di mobili e suppellettili all’ avvio di una micro attività imprenditoriale, dall’ affitto di un alloggio all’acquisto di una piccola auto per recarsi al lavoro. In questi tre anni abbiamo esaminato ben 672 domande pari ad una richiesta di prestiti superiore a 800mila euro. Complessivamente nei cinque anni di operatività, la società ha erogato finanziamenti per circa 1,5 milioni di euro, a fronte di 922 richieste, di cui 327 provenienti da donne migranti”.
Sempre secondo lo studio sull’immigrazione a Siena alcuni dati sulla situazione abitativa dicono che se oltre la metà (52,5%) degli intervistati vive in un’abitazione in affitto con la propria famiglia, il 10% ha già avuto l’opportunità di acquistare una casa (gli altri vivono situazioni abitative meno consolidate, con il 35% in affitto in coabitazione con altri connazionali e la restante parte in situazioni temporanee).
Infine la situazione occupazionale: complessivamente il 36,5% svolge un lavoro autonomo regolare o è dipendente a tempo indeterminato, il 28% ha un contratto a tempo determinato o parasubordinato, il 12% lavora in modo continuativo ma irregolarmente mentre i disoccupati veri e propri sono poco più del 10%.
Rispetto ad altre realtà nazionali e regionali, in provincia di Siena la situazione degli immigrati è migliore: è più contenuta la presenza irregolare e più basso il livello disoccupazione. Occorre sottolineare inoltre l’assenza di forme di segregazione urbana, rischiose per l’integrazione, anche se ancora molti immigrati vivono situazioni di disaGIO.