Lacrime su un pezzo di carta
di Maria Elisabetta Gandolfi |
Dopo dieci anni da precaria un permesso di soggiorno illimitato.
Ma sono io che ho imparato da lei che ciò che conta di più è riuscire a dire col cuore: “grazie”.
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Aveva gli occhi lucidi mentre me lo mostrava. Un piccolo pezzo di cartoncino plastificato su cui spiccava una sua foto d’altri tempi con una scritta: “illimitato”.
Era il suo permesso di soggiorno; finalmente poteva stare in pace. Poteva cioè lavorare da mane a sera nelle case altrui, tra cui la mia, per poter mandare tutti i suoi risparmi ai tre figli rimasti in patria.