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21/ 12/ 2024 ------ 16:46

 

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ACLI COLF SIENA LA RUBRICA ON LINE.

    IL RUOLO DELLA DONNA NEGLI ULTIMI 150 ANNI: EVOLUZIONE E/O INVOLUZIONE?

    GENOVA. Qual è oggi il ruolo della donna nella nos­tra soci­età? Vi è stata un’evoluzione e/o un’involuzione? A questa domanda l’Asso­ci­azione Sviluppo Donne Impren­ditrici ha voluto trovare una risposta nell’ambito di un incon­tro pub­blico patro­ci­nato da Comune, Provin­cia e Cam­era di Com­mer­cio di Gen­ova e Regione Lig­uria tenu­tosi sabato 28 maggio.

    Nella sug­ges­tiva cor­nice della Sala Spazio Incon­tri della Regione Lig­uria in Piazza de Fer­rari a Gen­ova, si sono alter­nate diverse per­son­al­ità fem­minili che si sono dis­tinte nel loro ambito pro­fes­sion­ale.

    La ses­sione mat­tutina dell’evento ha visto l’intervento di molte rela­trici che hanno voluto dare il loro con­trib­uto attra­verso la con­di­vi­sione delle loro espe­rienze pro­fes­sion­ali. La con­ferenza è iniziata con una breve intro­duzione della vicepres­i­dente dell’Associazione SDI e mod­er­a­trice della gior­nata Antonella Silip­igni (anche lei impren­ditrice in quanto Ceo dell’agenzia di comu­ni­cazione Tikkun Fenix®), che ha voluto chiarire le final­ità dell’associazione, cioè creare sin­ergie e “fare rete” tra le imp­rese rosa sul territorio.

    La prima rela­trice di gior­nata è stata Isabella Sorgini, neoeletta al Con­siglio comu­nale di Savona, che ha voluto sot­to­lin­eare come la polit­ica non è diversa da altri luoghi in cui si seleziona la classe diri­gente e dove esistono tutt’oggi osta­coli insu­perati: cul­tur­ali (l’organizzazione del lavoro è fis­sata da schemi maschili con­sol­i­dati); di pregiudizio (la mater­nità è un’aggravante, alle donne offerte solo posizioni lim­i­tate e non di primo piano); di compor­ta­mento (le donne in gen­erale non sono cor­rut­tibili, hanno più sen­si­bil­ità sociale e un’etica più forte).

    Elena Di Giro­lamo, pres­i­dentessa e fon­da­trice dell’associazione “Rinascita e vita”, ha rac­con­tato il suo impegno con­tinuo nella costruzione e nella crescita della sua asso­ci­azione riv­olta al sostegno di chi sof­fre men­tre Paola Paleari (con­sulente ECM) si è invece sof­fer­mata sulla sua espe­rienza di donna e di madre che ha dovuto affrontare la dif­fi­cile espe­rienza del lutto peri­na­tale, sot­to­lin­e­ando come la sof­ferenza possa essere uno stru­mento di crescita in primis per­son­ale, quando diviene parte della vita e non negata e poi stru­mento a dis­po­sizione delle famiglie e degli oper­a­tori care giver nella cos­ti­tuzione di una rete di assis­tenza che coin­volge anche le isti­tuzioni. Roberta Morganoimpren­ditrice e polit­ica, ha rib­a­dito l‘importanza di un momento di rif­les­sione sul ruolo della donna che ad oggi nel nos­tro paese non si trova quasi mai agli alti liv­elli del potere: “Si dovrebbe quindi tornare ad una sol­i­da­ri­età, una sorel­lanza, delle donne”. La con­clu­sione della Morgano trova un’eco in Raf­faella Della Bianca, con­sigliere regionale, che ha lodato l’iniziativa dell’Associazione SDI di cel­e­brare la donna al di là dell’8 marzo ma che ha anche rimar­cato la crisi del ruolo della donna, dimostrata dalle rare fig­ure di rilievo (diret­tori tele­gior­nali, pres­i­denti imp­rese,…) appan­nag­gio delle donne; questo per­ché la mer­i­tocrazia, nel caso delle donne passa in sec­ondo piano. Liana Cas­sone ha delu­cidato sulle attiv­ità intrap­rese dalla Lilt Gen­ova, per la quale lavora come psi­coter­apeuta espo­nendo inoltre il “Prog­etto Ancora donna” poi appro­fon­dito da Glo­ri­ana Ronda che ha spie­gato come l’obiettivo sia quello di evitare che i malati si sen­tano solo malati invece che per­sone ancora vive, affi­an­cando alle cure ospedaliere l’aiuto di vari pro­fes­sion­isti come der­ma­tologi, psi­cologi, nutrizion­isti e vis­ag­isti per val­oriz­zare e risco­prire le risorse inte­ri­ori ed este­ri­ori delle donne in ter­apia. Pasqualina Cal­isi (Cimo Lig­uria ASDM) ha pro­posto un’analisi del com­parto san­i­tario regionale, dalla quale è emerso come in alcuni ambiti tipo la pedi­a­tria, la pre­senza fem­minile è ele­vata, men­tre nella mag­gior parte degli altri ambiti la dis­tribuzione tra uomini e donne rimane ini­qua nonos­tante la lieve inver­sione di ten­denza reg­is­trata negli ultimi anni.

    Ad inau­gu­rare la ses­sione pomerid­i­ana è stato l’intervento di Vale­ria Maione (Con­sigliera di par­ità della regione Lig­uria e docente dell’Università di Gen­ova), che ha posto l’attenzione su alcuni dati che hanno dimostrato quanto l’imprenditoria fem­minile sia poco sup­por­t­ata dalle isti­tuzioni così come dagli isti­tuti ban­cari, ril­e­vando la neces­sità d’incentivi in tale direzione. La prof.ssa Maione ha inoltre posto l’accento su alcuni studi circa la diver­sità nei trat­ta­menti salar­i­ali tra uomini e donne. A questi dati inconfutabili ha fatto eco Mar­i­lyn Fusco,vicepres­i­dente regionale, che ha rib­a­dito ancora una volta l’incapacità delle donne di “fare squadra” così come la per­se­ver­anza nello ster­ile “mugugno”; la Fusco si è però impeg­nata nel pro­porre soluzioni effi­ci­enti alla Filse per agevolare da subito le imp­rese femminili.

    Laura Paleari (ricer­ca­trice Ist e polit­ica) ha pre­sen­tato una relazione sul rap­porto tra le donne e la scienza, altro ambito nel quale è evi­dente, come del resto nella soci­età, una dis­crim­i­nazione dif­fusa. Nes­sun provved­i­mento isti­tuzionale nazionale sta ponendo rime­dio a questo gap ed è quindi inevitabile ad oggi accettare a mal­in­cuore com­pro­messi come le “quote rosa” in polit­ica o provved­i­menti che impon­gono delle per­centu­ali min­ime di donne nei Cda delle aziende. In con­clu­sione Maria Rosa ConteBar­bara Masini hanno pre­sen­tato uno stu­dio da loro real­iz­zato sulla relazione tra grafia e dis­turbi ali­men­tari, rin­no­vando l’appuntamento per una più speci­fica trat­tazione dell’argomento.


    Il Min­istro difende l’espansione dei diritti dei lavo­ra­tori per uso domestico

     

    Brasília — I lavo­ra­tori domes­tici ha ottenuto il riconosci­mento di alcuni diritti del lavoro, ma è comunque nec­es­saria per far pro­gredire la ques­tione sostiene il min­istro del Seg­re­tari­ato per la pro­mozione della par­ità razz­iale, Luiza quartieri.


    “Col­oro che sono con­trari sosten­gono che essa può diventare cos­toso lavoro domes­tico. Come è un lavoro in case pri­vate potrebbe, con questa esten­sione dei diritti di portare ad una ten­denza dei datori di lavoro di las­ciare andare i lavo­ra­tori che hanno sostenuto che tipo di par­ità di trat­ta­mento (le altre cat­e­gorie) e dare la pref­erenza ai lavo­ra­tori che accettano di lavo­rare di più pre­cario “, ha detto.

    Il min­istro ha anche sostenuto che c’è stato un aumento del red­dito famil­iare negli ultimi anni e che una classe operaia non può essere sanzion­ato per aver eserci­tato i loro diritti. “Non è pos­si­bile pen­sare che all’interno di un processo in cui molti set­tori della classe operaia ben­e­fi­ci­ato dalla (eco­nom­ica) dello sviluppo abbi­amo un gruppo che viene penal­iz­zato per man­tenere l’integrità del red­dito di altri gruppi.”

    U. S. Sot­toseg­re­tario di Azioni tem­atiche isti­tuzion­ali e del Seg­re­tario di politiche per le donne, Angel­ica Fer­nan­des ha detto che il gov­erno sta lavo­rando per essere in grado di equiparare i diritti dei lavo­ra­tori domes­tici in altre categorie.

    “Abbi­amo un gruppo di lavoro per stu­di­are l’impatto socioe­co­nom­ico della espan­sione dei diritti per quella cat­e­go­ria.La nos­tra inten­zione è, da ciò che già esiste in diritto, per questo gruppo (vedere) quali sono gli altri ele­menti che devono essere garan­titi “, ha detto.

    Angel­ica ha detto il, dipen­denti pub­blici e rap­p­re­sen­tanti dei datori di lavoro ‘nec­es­sario dis­cutere come deve essere la garanzia di questi diritti. “Ci ren­di­amo conto che è nec­es­sario esten­dere la for­mal­iz­zazione e la val­oriz­zazione del lavoro domes­tico. Pro­poni­amo di ripristinare un negozi­ato tra tutte le parti inter­es­sate in modo che pos­si­amo allargare le con­dizioni di lavoro “, ha detto.

    Sec­ondo lei, è anche parte del dibat­tito di assor­bire questi lavo­ra­tori nei servizi pub­blici come l’assistenza all’infanzia e ris­toranti popo­lari che potreb­bero con­tribuire a ridurre il numero di posti di lavoro infor­male domes­tici. “Ogni azione che noi pen­si­amo con la for­mal­iz­zazione e il miglio­ra­mento di questo lavoro, è al tempo stesso, elim­i­nando esso. Ora, questo sta andando a pren­dere tempo, per­ché è nec­es­sario creare asili nido, lavan­derie col­let­tive, ris­toranti pubblica “.

    Sec­ondo Angel­ica, in Brasile ci sono 7,2 mil­ioni i lavo­ra­tori domes­tici — 93,6% di quella totale sono donne. Tra i lavo­ra­tori domes­tici, il 61% sono neri e il 28% di loro ha un con­tratto formale.

     

    Brasile dis­cen­dente di schi­av­itù, il lavoro domes­tico ha ancora una mag­gio­ranza di nero

     

    Brasília — donne di col­ore con basso liv­ello di istruzione e forma la mag­gio­ranza dei lavo­ra­tori domes­tici in Brasile.Par­lando in occa­sione della Gior­nata nazionale dei lavo­ra­tori domes­tici, il Pres­i­dente della Fed­er­azione della classe di Maria Creuza de Oliveira, ha detto che in Brasile l’attività derivate dal lavoro degli schi­avi, e così gran parte della classe è il nero. “Il lavoro domes­tico viene ese­guito in Brasile da donne nere, che non hanno avuto l’opportunità di andare in un col­lege (per esem­pio) e il lavoro che viene apprez­zato è l’accademico”, ha detto.

    L’assistente del pro­gramma delle Nazioni Unite per le donne, le donne delle Nazioni Unite, Danielle Valverde ha detto che la mag­gio­ranza dei lavo­ra­tori domes­tici non è suf­fi­ciente per com­pletare l’istruzione di base.

    “E ‘un lavoro che ha una grande com­po­nente di genere, in quanto è eserci­tata dalle donne, e anche étni­cor­ra­cial. Nel caso del Brasile, è cos­ti­tu­ito da donne nere. In Amer­ica Latina, è un lavoro sub­or­di­nato svolto preva­len­te­mente dalle donne indi­gene “, ha detto.

    Ha anche detto che la mag­gior parte dei lavo­ra­tori domes­tici hanno diritti legali, come la garanzia, Fondo per l’occupazione e fir­mato Weather Ser­vice (FGTS), ma in prat­ica non sono ancora considerati.

    “Anche se è definito dalla nor­ma­tiva, che devono avere un con­tratto for­male, sono ancora infor­mali. Questo sig­nifica man­canza di accesso ad una serie di diritti come il National Social Secu­rity Insti­tute (INSS), mater­nità e dis­oc­cu­pazione per man­canza di firma (il portafoglio). ”

    Daniella ha anche detto che l’articolo 7 della Cos­ti­tuzione prevede per questi diritti, ma non richiede ai datori di lavoro a con­ced­erli. “La Cos­ti­tuzione fed­erale, all’articolo 7, non ha garan­tito la par­ità di diritti rispetto alle altre cat­e­gorie. Ad esem­pio, FGTS è ancora facolta­tivo per le cameriere. I datori di lavoro non sono tenuti a ver­sare al fondo di garanzia “.
    Creuza, a sua volta, ha detto che per 36 anni come lavo­ra­tori domes­tici garan­titi questi diritti, ma è nec­es­sario che i datori di cam­bi­a­mento di men­tal­ità e di riconoscerli. “Sti­amo lot­tando per portare un cam­bi­a­mento di men­tal­ità dei datori di lavoro, che è il riconosci­mento delle leggi. In Brasile ci sono 8 mil­ioni di lavo­ra­tori domes­tici, ma l’80% non hanno alcun con­tratto for­male o con­trib­uto alla sicurezza sociale “, ha detto.

    Per il pres­i­dente della fed­er­azione che rap­p­re­senta la cat­e­go­ria, ma la man­cata garanzia di lavo­ra­tori domes­tici il diritto al lavoro stra­or­di­nario, l’indennità di famiglia, assi­cu­razione con­tro la dis­oc­cu­pazione e gli aiuti per gli inci­denti sul lavoro. “Siamo ancora in lotta per la par­ità dei diritti degli altri lavo­ra­tori”, ha aggiunto.

    IN 360 SI RIFUGIANO NELLAMBASCIATA. E LO SCANDALO RIVELA UNA TRATTA FRA TERZO MONDOGOLFO

    centi­naia di ” colf ” fil­ip­pine schi­ave del sesso in Kuwait

    una folla di ragazze arrivate da Manila per poter guadagnare qual­cosa si sono ritrovate schi­ave dei loro padroni. vio­len­tate dagli uomini e pic­chi­ate dalle donne

     

    ————————- PUBBLICATO —————————— In 360 si rifu­giano nell’ ambas­ci­ata. E lo scan­dalo riv­ela una tratta fra Terzo Mondo e Golfo TITOLO: Centi­naia di “colf” fil­ip­pine schi­ave del sesso in Kuwait — - — - — - — - — - — - — - — - — - — - — - — - — - — - — - — - — - — In centi­naia hanno bus­sato a quella porta, la porta della ambas­ci­ata fil­ip­pina a Kuwait City: una folla di ragazze venute da Manila con la sper­anza di poter guadagnare qual­cosa per se’ e la pro­pria famiglia e poi piom­bate in un incubo. Uffi­cial­mente “domes­tiche” in casa di famiglie arabe, in realta’ schi­ave dei loro padroni. Vio­len­tate dagli uomini, pic­chi­ate dalle donne, truf­fate, sot­top­a­gate. E’ una sto­ria dolorosa, ormai vec­chia: i ric­chi kuwait­iani . come i ric­chi sau­diti e i ric­chi di molti Paesi del Golfo . popolano le loro case con un “per­son­ale di servizio” scelto nei Paesi del Terzo Mondo, scelto per essere sfrut­tato in lib­erta’ . Questa volta, rompendo il silen­zio di sem­pre, il principe ered­i­tario Saad al Abdul­lah al Sabah ha deciso di “rim­pa­tri­are a sue spese” oltre 360 fil­ip­pine, tutte vit­time di gravi mal­trat­ta­menti. Per il Golfo, opu­lento e seg­reto, e’ un pic­colo grande evento. Il min­istro degli Affari Sociali di Kuwait City, Jas­sim al Jaoun, si e’ spinto sino ad ammet­tere che le umil­i­azioni subite dalle lavo­ra­trici straniere “dan­neg­giano la rep­utazione del Paese” che invece “vuole bat­tersi per il rispetto dei diritti umani”. Una svolta? Sicu­ra­mente un seg­nale pos­i­tivo. Anche perche’ sposta di un poco il cop­er­chio e svela un angolo dell’ esistenza a ris­chio che mil­ioni di immi­grati dalle Fil­ip­pine, dal Pak­istan, dallo Sri Lanka, dall’ India con­ducono nelle citta’ dei petro dol­lari. All’ inizio di marzo, era stata la vicenda di Sryani Mar­ian Fer­nando e Josephin Alicog a strac­ciare un primo velo sullo stesso sce­nario di sfrut­ta­mento delle straniere nei Paesi arabi. La sto­ria delle due “colf” aveva addirit­tura aperto le porte di uno dei palazzi degli Al Saud. Fer­nando, 27 anni, cin­galese, e Alicog, 36 anni, fil­ip­pina, ave­vano colto l’ occa­sione di un viag­gio a Hous­ton del principe Abdul Aziz per chiedere asilo negli USA. Riv­e­larono per­cosse, umil­i­azioni, irre­go­larita’ finanziarie. I rispet­tivi legali affer­marono che le due donne erano rimaste intrap­po­late nella tratta delle schi­ave che unisce il Golfo Per­sico al Terzo Mondo. Un com­mer­cio che nep­pure i Paesi delle vit­time hanno inter­esse a riv­e­lare: non pos­sono rin­un­ciare alle rimesse che gli immi­grati inviano alle famiglie d’ orig­ine. Il gov­erno fil­ip­pino, cosi’ rac­conto’ Alicog ai giu­dici amer­i­cani, era stato infatti il primo a chiederle di riti­rare le accuse. Nes­sun com­mento, nes­suna smen­tita, da Riad. A denun­ciare quelli che definisce “gli indi­ci­bili atti di vilta’ commessi dagli uomini della mia cul­tura con­tro donne di ogni nazione” e’ stata anche una principessa sau­dita che . nascosta da uno pseudon­imo . ha scritto la pro­pria auto­bi­ografia (“Sotto il velo” e’ il titolo dell’ edi­zione ital­iana). Un capi­tolo e’ ded­i­cato alle “Donne straniere”: a Shakun­tale, un’ indi­ana ven­duta a 13 anni (170 dol­lari) “per lavo­rare di giorno ed essere vio­len­tata di notte”, alla cameriera thai­lan­dese ris­erva di sesso per il gio­vane arabo rispet­toso dell’ “intoc­ca­bilita’ delle sau­dite”, alla fil­ip­pina Marci, assunta per servire il padrone e i suoi due figli maschi Basel e Faris. Ded­i­cato a loro e a tutte le gio­vani donne, schi­ave e dimen­ti­cate. Bar­bara Stefanelli

    Ste­fanelli Barbara

    Le Acli Colf a Terra Futura

    Le Acli Colf saranno pre­senti a Terra Futura in uno spazio di rif­les­sione e dibat­tito sul tema del lavoro domes­tico e di cura.
    Nello spazio Aper­i­tivo con l’Autore pre­sen­ter­emo il libro  “Lavoro domes­tico e di cura: quali diritti?”. Ediesse Ed.,Roma, 2010 e ne dis­cuter­emo insieme a Raf­faella Sarti (Cura­trice del libro), Elena De Marchi (co - autrice) e Raf­faella Maioni, Seg­re­taria Nazionale ACLI Colf.

    Un’occasione per incon­trarci e dis­cutere rispetto alle prospet­tive di sviluppo futuro per questa impor­tante cat­e­go­ria di lavo­ra­trici e lavo­ra­tori che svol­gono un prezioso lavoro all’interno delle nos­tre case e con i nos­tri cari e per affronatere le trasfor­mazioni e i nos­tri pas­saggi asso­cia­tivi rispetto al tema del lavoro di cura.

    Pro­gramma delle Acli a Terra Futura

    Lavoro domes­tico e di cura: quali diritti?
    Lavo­ra­trici e lavo­ra­tori domes­tici e assis­tenti famil­iari sono un esercito. Pre­sid­i­ano le case di moltissime famiglie, garan­tendo che siano pulite e accogli­enti. Assi­cu­rano assis­tenza ad anziani e por­ta­tori di hand­i­cap. Tap­pano i buchi di un sis­tema di wel­fare car­ente. Fanno da zeppa a equi­libri di cop­pia messi in crisi dalla dif­fi­coltà di ridefinire i ruoli di donne e uomini nella sfera famil­iare al crescere della parte­ci­pazione fem­minile al mer­cato del lavoro.

    Ma di quali diritti godono queste lavo­ra­trici e questi lavo­ra­tori tanto impor­tanti per il fun­zion­a­mento della vita quo­tid­i­ana? Frutto della col­lab­o­razione di stu­diosi con com­pe­tenze diverse, questo libro ricostru­isce il per­corso che ha por­tato le lavo­ra­trici e i lavo­ra­tori domes­tici a ved­ersi riconosciuti, sep­pur in ritardo e in modo parziale, diritti come ferie, tredices­ima, con­trat­tazione col­let­tiva, ecc.: con­quiste comunque impor­tanti, alle quali pare però aver fatto spesso da con­traltare l’allargarsi del ‘lavoro nero’. In questo sce­nario, gioca nat­u­ral­mente un ruolo di rilievo la cres­cente pre­senza di immi­grati. Il tema dei diritti di domes­tici e assis­tenti famil­iari sem­pre più s’intreccia, infatti, con quello dei diritti dei migranti. Ma si intrec­cia anche con il tema del wel­fare e dei diritti di chi, per trovare risposta al pro­prio bisogno di cura e assis­tenza, si avvale del loro lavoro. Il libro s’interroga, per­tanto, su una pos­si­bile diversa orga­niz­zazione del lavoro domes­tico e di cura che assi­curi mag­giori diritti a colf e assis­tenti famil­iari e migliori prestazioni alle famiglie.

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