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22/ 12/ 2024 ------ 03:18

 

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commenti art. 3 Statuto Nazionale Acli

    Ci sof­fer­mi­amo oggi su una parte impor­tante dello STATUTO NAZIONALE
    ACLI, in par­ti­co­lare su alcuni pas­saggi dell’ arti­colo 3.
    “Le Acli, nonché le asso­ci­azioni speci­fiche, i Servizi e le imp­rese a final­ità sociale ed ogni altro soggetto del sis­tema asso­cia­tivo, adot­tano, ad inte­grazione del metodo di gov­erno, il processo di gov­er­nance basato sulla sus­sidia­ri­età e con­di­vi­sione, sia al loro interno che nei rap­porti reciproci.”

    com­men­ti­amo per mag­gior chiarezza:

    sus­sidia­ri­età che appunto  è un prin­ci­pio rego­la­tore tale per cui se un ente che sta “più in basso” è capace di fare qual­cosa, l’ente che sta “più in alto” deve las­cia­r­gli questo com­pito, anche soste­nen­done even­tual­mente l’azione.
    con­di­vi­sione che è l’utilizzo in comune di una risorsa o dello spazio. In senso stretto si riferisce all’uso con­giunto o alter­nato di un bene finito come ad esem­pio una res­i­denza ed è anche cor­re­lato al processo di dividere  e distribuire.

    Adriana Almeida Di Nardo, nel Parlamento Intercontinentale Cosmopopoli, Rappresenta L’America Latina.

      Si è svolta sabato 17 marzo presso l’Aula Magna dell’Università per Stranieri di Siena, la riu­nione col­le­giale che ha sancito la cos­tituente del “Par­la­mento Inter­con­ti­nen­tale” pro­mosso dall’organizzazione inter­nazionale Cos­moPopoli. In occa­sione dell’apertura dei lavori, sono inter­venuti il ret­tore dell’Università per Stranieri di Siena, Mas­simo Vedovelli , l’assessore provin­ciale al Wel­fare, Simon­etta Pel­le­grini e Adri­ana Almeida Di Nardo, Respon­s­abile provin­ciale Acli Colf di Siena, che hanno rib­a­dito “l’importanza dell’interazione tra le tante comu­nità, che ormai da anni risul­tano rap­p­re­sen­tate nelle nos­tra comunità”.
       

      “Abbi­amo scelto volon­tari­a­mente la con­comi­tanza della cos­ti­tuzione del “Par­la­mento Inter­con­ti­nen­tale di Cos­moPopoli”, con la gior­nata con­clu­siva della cel­e­brazione del 150° dell’Unità d’Italia — ha dichiarato il pres­i­dente di Cos­moPopoli Moussa Fall -. Tale coin­ci­denza vuol sot­to­lin­eare, che oggi più che mai è nec­es­saria una mag­giore atten­zione sull’interazione tra le comu­nità mul­ti­cul­tur­ali pre­senti nell’intera nazione, che pos­sono conc­re­ta­mente rap­p­re­sentare una oppor­tu­nità per l’Italia. Rib­a­di­amo che se vogliamo stare al passo con l’Europa, dob­bi­amo inevitabil­mente seg­nare un cam­bio di mar­cia anche in relazione al riconosci­mento della con­dizione degli immigrati”.

       

      A con­clu­sione dei lavori il seg­re­tario gen­erale Alessio Berni ha trac­ciato la linea di ind­i­rizzo di Cos­moPopoli pre­cisando: “La tes­ti­mo­ni­anza di questa impor­tante gior­nata che ha visto parte­cipi oltre 50 rap­p­re­sen­tanze inter­nazion­ali, deve inter­pretare il punto di partenza per far sì che Cos­moPopoli divenga un con­teni­tore di idee, prog­etti e pro­poste final­iz­zate a creare quell’indispensabile atten­zione verso il mondo della mul­ti­cul­tura. I prossimi passi dell’organizzazione Cos­moPopoli, saranno infatti rap­p­re­sen­tati da impor­tanti momenti col­le­giali, che inten­dono richia­mare l’attenzione sulle pre­senze inter­nazion­ali attre­verso il primo “Cos­moPopoli Fes­ti­val” e il “Cos­moPopoli Award”; occa­sioni che inten­dono met­tere in evi­denza con­crete tes­ti­mo­ni­anze di inter­azioni mul­ti­cul­tur­ali pre­senti in Italia.”

       

      Immigrazione, da Siena alcune proposte per favorire l’integrazione

        Lin­gua, inser­i­mento sociale e sco­las­tico, riqual­i­fi­cazione urban­is­tica, accesso ai servizi pub­blici. Sono queste i cinque temi, svilup­pati in una serie di pro­poste, che la Rete degli Osser­va­tori Sociali provin­ciali ha indi­vid­u­ato come pri­or­i­tari per pro­muo­vere l’integrazione dei migranti. Le pro­poste sono con­tenute in un doc­u­mento che è stato pre­sen­tato sta­mat­tina a Siena nel corso della prima parte del con­vegno “Le sfide locali per l’integrazione” che si è tenuto presso l’Aula Magna di Scienze Politiche. L’iniziativa è orga­niz­zata da Regione Toscana, Osser­va­to­rio Sociale Regionale, Provin­cia di Siena e Uni­ver­sità di Siena.

        “La col­lab­o­razione con l’Università di Siena
        ed il lavoro svolto dagli Osser­va­tori sociali provin­ciali – ha detto l’assessore regionale al wel­fare Sal­va­tore Allocca – si sono riv­e­lati preziosi per­chè ci con­sentono di avere una visione di det­taglio rel­a­ti­va­mente ad un fenom­eno che va gestito a liv­ello ter­ri­to­ri­ale. In cias­cun ambito infatti si pos­sono osser­vare tan­tis­sime vari­anti, con­dizioni par­ti­co­lari, pecu­liar­ità. Il quadro di det­taglio è il punto di partenza per lo sviluppo delle politiche. L’incontro della mat­tina ha avuto il mer­ito di affi­an­care alle pro­poste in tema di inte­grazione alcune ipotesi con­crete di inter­vento”. Allocca poi, durante il dibat­tito pomerid­i­ano, ha aggiunto che “l’immigrazione è un fenom­eno che va affrontato pen­sando glob­al­mente ma agendo local­mente. Dob­bi­amo avere la capac­ità di poter agire in cias­cuna sin­gola realtà ter­ri­to­ri­ale ma anche di avere un’interpretazione di un fenom­eno epocale con il quale tutte le soci­età devono fare i conti”.

        nella foto, al cen­tro, Luigi De Gre­go­rio, Resp. Prog­etti Acli Colf Siena

        Pretesto per l’organizzazione della gior­nata è stata anche la pre­sen­tazione del vol­ume ‘Le dinamiche locali dell’immigrazione. Espe­rienze di ricerca in Toscana’, curato da Fabio Berti e Andrea Valza­nia, soci­ologi e stu­diosi dei fenomeni migra­tori. Il vol­ume cos­ti­tu­isce il pros­egui­mento del lavoro del 2010, ‘Le nuove fron­tiere dell’integrazione. L’immigrazione straniera in Toscana’, che ha ten­tato di mis­urare il grado di inte­grazione in Toscana, attra­verso un’analisi trasver­sale dei prin­ci­pali ambiti sociali (lavoro, sta­tus giuridico, cul­tura, iden­tità, servizi), in un’ottica regionale. Il nuovo libro, che come il prece­dente è sostenuto dalla Regione, è sca­tu­rito dalla neces­sità di appro­fondire lo stu­dio del liv­ello locale di inte­grazione, par­tendo dall’idea di fondo sec­ondo la quale questa non si real­izza ovunque allo stesso modo, ma varia in ogni con­testo, con pro­prie speci­ficità. Con­trib­uto impor­tante, soprat­tutto per lo sguardo locale, è arrivato dalla rete degli Osser­va­tori sociali provin­ciali e dalle loro strut­ture di ricerca, che hanno appro­fon­dito alcuni aspetti par­ti­co­lari del processo.

        nella foto, a sin­is­tra, Adri­ana Almeida Di Nardo, Respon­s­abile provin­ciale Acli Colf Siena

        Le pro­poste in sin­tesi. Riguardo alla lin­gua ital­iana, viene pro­posto il poten­zi­a­mento degli inter­venti di inseg­na­mento e la prog­et­tazione di corsi diretti agli adulti per col­mare il gap lin­guis­tico con i figli. Il sec­ondo tema riguarda il cosid­detto poten­zi­a­mento del cap­i­tale sociale, vale a dire la val­oriz­zazione dei legami con i paesi d’origine, la pro­mozione di corsi di lin­gua madre per per­me­t­tere ai figli nati in Italia di non perdere il pro­prio pat­ri­mo­nio iden­ti­tario, l’inserimento dei migranti all’interno di asso­ci­azioni esistenti e la creazione di nuove, la sem­pli­fi­cazione delle pro­ce­dure per l’apertura di luoghi di culto adeguati. Un’altra pro­posta prevede l’utilizzo di politiche urban­is­tiche per riv­i­tal­iz­zare deter­mi­nate aree degra­date abi­tate o fre­quen­tate in prevalenza da cit­ta­dini immi­grati, per recu­per­are cen­tri di aggregazione (cir­coli, case del popolo, ecc.) o, attra­verso prog­etti speci­fici, spazi pub­blici abban­do­nati e per pro­muo­vere agen­zie di medi­azione di con­flitti. L’inserimento sco­las­tico e la lotta alla dis­per­sione rap­p­re­sen­tano un altro punto nevral­gico, da svilup­pare attra­verso la for­mazione e la moti­vazione degli inseg­nanti, la creazione di classi e scuole troppo carat­ter­iz­zate da un punto di vista etnico, l’orientamento degli stu­denti stranieri nel pas­sag­gio dalla scuola dell’obbligo ai liv­elli di istruzione suc­ces­sivi, la pro­mozione di attiv­ità di tutor­ing per il supera­mento delle dif­fi­coltà ed il poten­zi­a­mento dei servizi del dopo scuola. Infine l’accesso ai servizi pub­blici, attra­verso la creazione di uno sportello infor­ma­tivo in ognuna delle 34 zone socio-sanitarie, la stan­dard­iz­zazione delle pro­ce­dure di accesso agli sportelli, l’aumento dei servizi di medi­azione lin­guis­tica, una migliore infor­mazione sui servizi san­i­tari disponi­bili ed un miglio­ra­mento delle capac­ità di com­pren­sione e comu­ni­cazione da parte dei medici di med­i­c­ina gen­erale.

        In Toscana gli immi­grati rego­lari, sec­ondo le stime del Dossier Caritas/Migrantes
        al 1 gen­naio 2011, sono 396 mila, il 10,6% della popo­lazione regionale. Quelli res­i­denti, ovvero iscritti presso le ana­grafi comu­nali, sono poco più di 364 mila, pari al 9,7% del totale. Sono numeri supe­ri­ori sia alla media nazionale (7,5%) che a quella UE (6,5%) ed indi­cano una ten­denza di crescita costante. Se res­ti­amo al dato rel­a­tivo ai res­i­denti pos­si­amo osser­vare che dal 1995 al 2010 il loro numero è aumen­tato di oltre 7 volte.

        ANCHE ADRIANA ALMEIDA DI NARDO NELLA RETE DEGLI OSSERVATORI.

          Siena, grande parte­ci­pazione al con­vegno ”Le sfide locali per l’integrazione”

          Le pro­poste pre­sen­tate dalla Rete degli Osser­va­tori
          I migranti sono una risorsa, tante idee per la paci­fica con­vivenza di cul­ture diverse
           

          sfidelocaliimmigrazione2

          “La crisi eco­nom­ica fa regredire la qual­ità della vita e gen­era paure, ma noi vogliamo rea­gire: in questa provin­cia in cui l’immigrazione non ha mai cos­ti­tu­ito un prob­lema, dob­bi­amo provare a costru­ire una base comune min­ima sulla quale far vivere il plu­ral­ismo tra cul­ture diverse, si pos­sano real­iz­zare val­ori con­di­visi. E le pro­poste elab­o­rate dalla Rete degli Osser­va­tori Sociali per lan­ciare conc­re­ta­mente sfide locali per l’integrazione, sono idee impor­tanti che mer­i­tano di essere applicate”.

          Questa, sec­ondo Simone Bezzini pres­i­dente della Provin­cia, è la mis­sione che si è data il con­vegno svoltosi giovedì 15 marzo per inizia­tiva della Provin­cia di Siena, della Regione Toscana, dell’Osservatorio Sociale Regionale e dell’Università di Siena, dal titolo appunto “Le sfide locali per l’integrazione”.

          Un appun­ta­mento diviso in due
          e che ha visto un’alta parte­ci­pazione di addetti ai lavori, stu­denti e immi­grati, i più diret­ta­mente inter­es­sati. La mat­tina, nell’aula magna di Scienze Politiche, la pre­sen­tazione del libro “Le dinamiche locali dell’integrazione”, scritto da Fabio Berti e Andrea Valza­nia, soci­ologi presso l’ateneo senese, e gli inter­venti di ammin­is­tra­tori pub­blici, oper­a­tori nel sociale e rap­p­re­sen­tanti di asso­ci­azioni di migranti; il pomerig­gio un dibat­tito nella sala con­sil­iare della Provin­cia, pre­senti lo storico Franco Car­dini, l’assessore regionale al wel­fare Sal­va­tore Allocca, l’Imam di Firenze e pres­i­dente UCOII Elzir Izzedin e Otto Bitjoka della Fon­dazione Eth­noland, insieme al gior­nal­ista Daniele Magrini.

          In cinque punti le pro­poste pre­sen­tate dalla Rete degli Osser­va­tori. Primo punto, l’insegnamento della lin­gua ital­iana agli adulti e ai gio­vani immi­grati. Sec­ondo punto, il poten­zi­a­mento del cap­i­tale sociale  val­oriz­zando i legami con i paesi di orig­ine anche attra­verso espe­rienze di coop­er­azione decen­trata, pro­muovendo lo sviluppo di asso­ci­azioni degli immi­grati e il loro inser­i­mento nel mondo asso­ci­azion­is­tico locale, dai cir­coli Arci alle Mis­eri­cordie, infine facil­i­tando l’apertura di luoghi di culto con la sem­pli­fi­cazione delle pro­ce­dure urban­is­tiche. Terzo punto, uti­lizzo delle pro­poste urban­is­tiche per l’integrazione riqual­i­f­i­cando e riv­i­tal­iz­zando aree degra­date troppo spesso abi­tate solo da immi­grati e recu­perando cen­tri di aggregazione e spazi pub­blici. Quarto punto, inser­i­mento sco­las­tico e con­trasto alla dis­per­sione for­mando e moti­vando gli inseg­nanti, dis­in­cen­ti­vando classi e scuole carat­ter­iz­zate etni­ca­mente, facendo attiv­ità di ori­en­ta­mento per il pas­sag­gio dalla scuola dell’obbligo alle supe­ri­ori, pro­muovendo azioni di tutor­ing a favore di stu­denti stranieri in dif­fi­coltà. Quinto e ultimo punto, accesso ai servizi pub­blici con uno sportello infor­ma­tivo per ogni zona sociosan­i­taria, servizi di medi­azione cul­tur­ale, infor­mazioni sui servizi san­i­tari, un aiuto ai medici per­ché superino prob­lemi di comu­ni­cazione con l’utenza straniera.

          sfidelocaliimmigrazione1“Da questa provin­cia che ha visto aumentare la pre­senza di immi­grati in dod­ici anni dal 4% sul totale della popo­lazione, dato del 2002, al 12%, dato attuale – ha dichiarato Simon­etta Pel­le­grini asses­sore provin­ciale al wel­fare — parte la sfida per real­iz­zare un’integrazione che non sia risoluzione di prob­lemi socioas­sis­ten­ziali ma val­oriz­zazione di una com­po­nente essen­ziale della soci­età. Noi dici­amo no a un processo di assim­i­lazione a senso unico, vogliamo invece un con­fronto tra etnie e cul­ture diverse, rispetto rec­i­proco, e nat­u­ral­mente la garanzia dei diritti fon­da­men­tali per chi cerca un futuro nel nos­tro territorio”.

          Dove è impor­tante gio­care la par­tita anche sec­ondo l’assessore regionale Sal­va­tore Allocca: “Dob­bi­amo pen­sare glob­al­mente ma agire local­mente, lavo­rare insieme, noi che qui vivi­amo da sem­pre e chi è appena arrivato, per il riconosci­mento dei diritti e per costru­ire il processo di adat­ta­mento che la moder­nità ci impone. In una soci­età toscana che sta invec­chi­ando, l’apporto di nuove gen­er­azioni di migranti è impor­tante, e non si tratta solo di dis­perati, come si crede comune­mente, ma di gio­vani selezionati dalla loro capac­ità di intrapresa, che daranno un apporto eco­nom­ico e demografico fon­da­men­tale. La legge regionale 29 sull’immigrazione è un buon punto di partenza”.

          Per l’Imam di Firenze Elzir Izzedin i migranti devono assumersi respon­s­abil­ità in prima per­sona, non del­e­gare la ver­ità agli altri, ma abbat­tere vec­chi stereotipi e cos­ti­tuire un mod­ello di rifer­i­mento per le gen­er­azioni che ver­ranno, solo così sarà pos­si­bile costru­ire cul­ture dialo­ganti nel rispetto rec­i­proco. Otto Bitjoka della Fon­dazione Eth­noland da parte sua ha detto che più che di inte­grazione si deve par­lare di inter­azione tra mondi diversi, per uscire dalle vec­chie logiche delle mag­gio­ranze e delle mino­ranze etniche, e che a propos­ito dei luoghi di culto esistono in tante città stru­menti urban­is­tici ottimi, ci vuole la volontà polit­ica per dar loro appli­cazione, per far sì che la real­iz­zazione di una moschea sia un momento di coe­sione sociale, non di scon­tro. Infine l’appello dello storico Franco Car­dini: “Centocinquant’anni dopo Karl Marx, i pro­le­tari non si sono uniti, ma i padroni sì, ind­i­riz­zano l’economia e fanno e dis­fanno i gov­erni che vogliono loro. L’imperativo ora è evitare la guerra tra poveri, ital­iani ed extra­co­mu­ni­tari, e costru­ire un’integrazione che salvi le dif­ferenze e le fac­cia con­vi­vere, per­ché la cul­tura degli altri non scal­fisce la nos­tra, sem­mai l’arricchisce”.

           

          La terza età: intervista a Enrico Pugliese

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