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‘Che cosa sono le nuvole?’ Pensieri per l’intercultura

    L’allestimento real­iz­zato da Michela Grasso e curato da Rosanna Giampaolo nel corso delal Gior­nata Interetnica

    ‘Che cosa sono le nuv­ole?’ Se lo chiedeva il reg­ista e scrit­tore Pier Paolo Pasolini, che per rispon­dere a questo inter­rog­a­tivo nel 1967 ha real­iz­zato una pel­li­cola con pro­tag­o­nisti Totò eNinetto Davoli. Attori-marionette cat­a­pul­tate dal pal­coscenico ad una dis­car­ica sotto lo sguardo delle nuvole.

    Nuv­ole che nascon­dono un sogno, una sper­anza, un viag­gio. Nuv­ole che pos­sono rap­p­re­sentare anche un ponte tra comu­nità diverse e dis­tanti. Un ponte inter­cul­tur­ale tra migranti ed ital­iani. E pro­prio le nuv­ole e le mar­i­onette sono le pro­tag­o­niste dell’allestimento pro­posto dalla stu­dentessa Michela Grasso nel corso della sesta gior­nata intere­net­ica. Il prog­etto fa parte della tesi in ‘Teatro di Figura’ presso l’Accademia di Belle Arti di Fog­gia, ed è curato dalla ref­er­ente Rosanna Giampaolo.

    ‘Campi Internazionali’, spiragli di pace e di intercultura

      I gio­vani prove­ni­enti da tutto il mondo insieme per svol­gere anche attiv­ità di volontariato

      Cosa suc­cede se i gio­vani di tutto il mondo si incon­trano, si conoscono e svol­gono insieme anche attiv­ità di volon­tari­ato? Suc­cede che si aprono spi­ragli di pace e si avviano impor­tanti per­corsi inter­cul­tur­ali. E’ questo, dunque, lo spir­ito che anima i ‘Campi Inter­nazion­ali’, veri e pro­pri cantieri inter­cul­tur­ali che riu­nis­cono i gio­vani prove­ni­enti da ogni parte del mondo. Momenti di con­fronto, conoscenza e sol­i­da­ri­età pro­mossi da Cantiere Gio­vani e da una ricca ‘rete’ di part­ner. Per parte­ci­pare a questi campi, in Italia o all’estero, bisogna avere 18 anni, ma esistono anche inizia­tive per i ragazzi che hanno 16 anni di età.

      Anche Fog­gia, dunque, è inserita nel cir­cuito dei ‘Cantieri Inter­cul­tur­ali’ e nel mese di luglio ospiterà cinque ragazzi ital­iani e cinque ragazzi stranieri che vivranno l’esperienza del Campo Estivo. ‘Un viag­gio che dura tutto un gioco’. Ed in sin­er­gia con il Comune di Fog­gia, lo sportello infor­ma­tivo ed orga­niz­za­tivo è stato isti­tu­ito presso il Cen­tro inter­cul­tur­ale Baobab di Fog­gia, in via Can­de­laro 90.

      Franck, l’attore che porta in scena la sua storia di rifugiato

        Il 33enne della Costa d’Avorio porta in scena uno spet­ta­colo con la Bot­tega degli Apocrifi

        Franck Nas­sirau viene dalla Costa d’Avorio. E’ arrivato in Italia cinque anni fa ed oggi che di anni ne ha 33 si sente per­fet­ta­mente inser­ito nel tes­suto socio-economico in cui vive. Franck, infatti, abita a Man­fre­do­nia e coltiva il suo sogno d’attore presso la Bot­tega degli Apoc­rifi. Cus­todisce in tasca il per­me­sso di sog­giorno per motivi sus­sidiari. E gra­zie a questo doc­u­mento, il gio­vane ivo­riano può con­tin­uare a recitare ed a sol­care i pal­coscenici. Come quello che a San Severo, il prossimo 19 giugno, accoglierà Franck e la Bot­tega degli Apoc­rifi. In occa­sione della Gior­nata Mon­di­ale del Rifu­giato, la com­pag­nia teatrale porterà in scena uno spet­ta­colo tratto pro­prio dalla sto­ria del migrante fug­gito dal suo Paese a causa di dis­sidi politici. Ed il pro­tag­o­nista sarà nat­u­ral­mente Franck.

        Rimini, un’area del cimitero dedicata alla comunità musulmana. E a Foggia? Il Centro Islamico aveva fatto la richiesta al Comune. La risposta dell’assessore Pellegrino

          Un’area del cimitero di San Mar­tino Mon­te­lab­bate di Rim­ini sarà ded­i­cata all’inumazione delle salme di reli­gione musul­mana. E’ quanto approvato nelle scorse set­ti­mane dalla giunta uscente di centro-destra, che ha così accolto le istanze della comu­nità islam­ica che aveva più volte richiesto per i pro­pri cari defunti una degna sepoltura, nel rispetto dei prin­cipi e delle pratiche pre­viste dal pro­prio culto. Ad esem­pio, le fosse in cui inu­mare le salme col­lo­cate per­pen­di­co­lar­mente alla direzione della Mecca, così come pre­visto dalla dot­t­rina del Corano. Tempo fa, anche attra­verso Fron­tier­aTv, il Cen­tro Islam­ico di Fog­gia aveva soll­e­vato una richi­esta sim­ile all’Amministrazione Comu­nale.

          Pasquale Pel­le­grino, asses­sore Politiche Sociali Comune di Fog­gia, ha invi­tato la comu­nità islam­ica ad inviare una richi­esta for­male su questa tem­at­ica. Non va dimen­ti­cato, però, che le salme dei migranti di reli­gione musul­mana, che per le cause più diverse per­dono la vita in Italia, non sem­pre ven­gono rim­pa­tri­ate nel loro Paese. A volte, i corpi restano chiusi nelle celle frig­orifere degli obitori degli Ospedali per anni, per­ché è dif­fi­cile risalire all’identità del defunto o per­ché le famiglie non hanno la capac­ità eco­nom­ica per per­me­t­tersi il rim­pa­trio del pro­prio congiunto.

          Altre volte, invece, come denun­ci­ava Alessan­dro Leogrande nel libro ‘Uomini e Capo­rali’, i cimi­teri del fog­giano sono zeppi di anon­ime croci di legno. Tombe abban­do­nate in cui nes­suno si inginoc­chia per pian­gere, prive di nomi e di foto. Sono le sto­rie inter­rotte dei migranti sfrut­tati e schi­av­iz­zati, molti dei quali di orig­ine musul­mana. Che chiedono solo una degna sepoltura.
          Emil­iano Moccia

          Emergency, un Polibus per garantire l’assistenza sanitaria dei migranti

            L’ambulatorio mobile dell’associazione gira per il Ghetto di Rig­nano, Borgo Tre Titoli ed il campo nomadi di Arpinova

            Alessan­dro Conca è un oper­a­tore di Emer­gency, l’associazione ital­iana fon­data dal medico-chirurgo Gino Strada. Alessan­dro ha sem­pre oper­ato nelle zone di guerra, ma dallo scorso 19 mag­gio gira con un ambu­la­to­rio mobile le aree del fog­giano per portare assis­tenza san­i­taria ai migranti impeg­nati nella rac­colta dei campi e che vivono in pre­carie con­dizioni igienico-sanitarie. Il Polibus si fa spazio in zone inval­i­ca­bili, quasi inesistenti sulle car­tine geogra­fiche: il Ghetto di Rig­nano Gar­gan­ico, Borgo Tre Titoli ed il campo nomadi di Arpinova. Il Polibus, quindi, è un poliambu­la­to­rio itin­er­ante, che garan­tisce ai pazi­enti le cure di base e l’indirizzamento per le even­tu­ali vis­ite spe­cial­is­tiche. Lo staff è com­posto da un medico, un infer­miere, un medi­a­tore cul­tur­ale e l’autista.

            Il Polibus ha tutte le carat­ter­is­tiche di un nor­male ambu­la­to­rio. Con la recep­tion, la sala d’attesa, la sala per le vis­ite, quella per l’ecografia. Un mezzo di soc­corso inno­v­a­tivo e pratico che nei mesi scorsi ha offerto le sue prestazioni san­i­tarie ai migranti ospiti nel campo di accoglienza di Man­duria. Al ter­mine di quell’esperienza, Emer­gency ha deciso di restare in Puglia e ha mirato il suo sguardo verso la Capitanata.

            Che le con­dizioni di vita dei migranti non siano delle migliori, è facil­mente intu­ibile. Imigranti accam­pati nel Ghetto di Rig­nano, dove Emer­gency è ‘sbar­cata’ col Polibus, vivono in strut­ture fatis­centi, su ter­reni brulli e polverosi, privi di acqua e di bagni chimici. Per tutto l’inverno, infatti, ogni giorno hanno dovuto per­cor­rere più di un chilometro a piedi per riem­pire le taniche con l’acqua prel­e­vata dai sis­temi di irrigazione dei campi. Senza con­tare che il lavoro scarseg­gia, la paga è bassa e come da ‘tradizione’ devono con­seg­nare cinque euro della loro paga gior­naliera al capo­rale di turno.

            Dopo una gior­nata di duro lavoro a rac­cogliere asparagi, dunque, i migranti di Rig­nano tor­nano nelle loro case per trascor­rere il resto della ser­ata. Qual­cuno rien­tra a piedi, altri in macchina, ma la mag­gior parte ormai si muove in bici­cletta. Seduti intorno al tavolo par­lano, scherzano, sem­brano quasi igno­rare i dis­agi in cui vivono. Anche se Emer­gency lan­cia un appello affinché si rin­novi l’esperienza avvi­ata con l’Asl di Fog­gia, che dovrebbe con­clud­ersi alla fine del mese di set­tem­bre.
            Emil­liano Moccia

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