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22/ 12/ 2024 ------ 09:18 siti web preferiti
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L’allestimento realÂizÂzato da Michela Grasso e curato da Rosanna Giampaolo nel corso delal GiorÂnata Interetnica
‘Che cosa sono le nuvÂole?’ Se lo chiedeva il regÂista e scritÂtore Pier Paolo Pasolini, che per risponÂdere a questo interÂrogÂaÂtivo nel 1967 ha realÂizÂzato una pelÂliÂcola con proÂtagÂoÂnisti Totò eNinetto Davoli. Attori-marionette catÂaÂpulÂtate dal palÂcoscenico ad una disÂcarÂica sotto lo sguardo delle nuvole.
NuvÂole che nasconÂdono un sogno, una sperÂanza, un viagÂgio. NuvÂole che posÂsono rapÂpÂreÂsentare anche un ponte tra comuÂnità diverse e disÂtanti. Un ponte interÂculÂturÂale tra migranti ed italÂiani. E proÂprio le nuvÂole e le marÂiÂonette sono le proÂtagÂoÂniste dell’allestimento proÂposto dalla stuÂdentessa Michela Grasso nel corso della sesta giorÂnata intereÂnetÂica. Il progÂetto fa parte della tesi in ‘Teatro di Figura’ presso l’Accademia di Belle Arti di FogÂgia, ed è curato dalla refÂerÂente Rosanna Giampaolo.
I gioÂvani proveÂniÂenti da tutto il mondo insieme per svolÂgere anche attivÂità di volontariato
Cosa sucÂcede se i gioÂvani di tutto il mondo si inconÂtrano, si conoscono e svolÂgono insieme anche attivÂità di volonÂtariÂato? SucÂcede che si aprono spiÂragli di pace e si avviano imporÂtanti perÂcorsi interÂculÂturÂali. E’ questo, dunque, lo spirÂito che anima i ‘Campi InterÂnazionÂali’, veri e proÂpri cantieri interÂculÂturÂali che riuÂnisÂcono i gioÂvani proveÂniÂenti da ogni parte del mondo. Momenti di conÂfronto, conoscenza e solÂiÂdaÂriÂetà proÂmossi da Cantiere GioÂvani e da una ricca ‘rete’ di partÂner. Per parteÂciÂpare a questi campi, in Italia o all’estero, bisogna avere 18 anni, ma esistono anche iniziaÂtive per i ragazzi che hanno 16 anni di età .
Anche FogÂgia, dunque, è inserita nel cirÂcuito dei ‘Cantieri InterÂculÂturÂali’ e nel mese di luglio ospiterà cinque ragazzi italÂiani e cinque ragazzi stranieri che vivranno l’esperienza del Campo Estivo. ‘Un viagÂgio che dura tutto un gioco’. Ed in sinÂerÂgia con il Comune di FogÂgia, lo sportello inforÂmaÂtivo ed orgaÂnizÂzaÂtivo è stato istiÂtuÂito presso il CenÂtro interÂculÂturÂale Baobab di FogÂgia, in via CanÂdeÂlaro 90.
Il 33enne della Costa d’Avorio porta in scena uno spetÂtaÂcolo con la BotÂtega degli Apocrifi
Franck NasÂsirau viene dalla Costa d’Avorio. E’ arrivato in Italia cinque anni fa ed oggi che di anni ne ha 33 si sente perÂfetÂtaÂmente inserÂito nel tesÂsuto socio-economico in cui vive. Franck, infatti, abita a ManÂfreÂdoÂnia e coltiva il suo sogno d’attore presso la BotÂtega degli ApocÂrifi. CusÂtodisce in tasca il perÂmeÂsso di sogÂgiorno per motivi susÂsidiari. E graÂzie a questo docÂuÂmento, il gioÂvane ivoÂriano può conÂtinÂuare a recitare ed a solÂcare i palÂcoscenici. Come quello che a San Severo, il prossimo 19 giugno, accoglierà Franck e la BotÂtega degli ApocÂrifi. In occaÂsione della GiorÂnata MonÂdiÂale del RifuÂgiato, la comÂpagÂnia teatrale porterà in scena uno spetÂtaÂcolo tratto proÂprio dalla stoÂria del migrante fugÂgito dal suo Paese a causa di disÂsidi politici. Ed il proÂtagÂoÂnista sarà natÂuÂralÂmente Franck.
Un’area del cimitero di San MarÂtino MonÂteÂlabÂbate di RimÂini sarà dedÂiÂcata all’inumazione delle salme di reliÂgione musulÂmana. E’ quanto approvato nelle scorse setÂtiÂmane dalla giunta uscente di centro-destra, che ha così accolto le istanze della comuÂnità islamÂica che aveva più volte richiesto per i proÂpri cari defunti una degna sepoltura, nel rispetto dei prinÂcipi e delle pratiche preÂviste dal proÂprio culto. Ad esemÂpio, le fosse in cui inuÂmare le salme colÂloÂcate perÂpenÂdiÂcoÂlarÂmente alla direzione della Mecca, così come preÂvisto dalla dotÂtÂrina del Corano. Tempo fa, anche attraÂverso FronÂtierÂaTv, il CenÂtro IslamÂico di FogÂgia aveva sollÂeÂvato una richiÂesta simÂile all’Amministrazione ComuÂnale.
Pasquale PelÂleÂgrino, assesÂsore Politiche Sociali Comune di FogÂgia, ha inviÂtato la comuÂnità islamÂica ad inviare una richiÂesta forÂmale su questa temÂatÂica. Non va dimenÂtiÂcato, però, che le salme dei migranti di reliÂgione musulÂmana, che per le cause più diverse perÂdono la vita in Italia, non semÂpre venÂgono rimÂpaÂtriÂate nel loro Paese. A volte, i corpi restano chiusi nelle celle frigÂorifere degli obitori degli Ospedali per anni, perÂché è difÂfiÂcile risalire all’identità del defunto o perÂché le famiglie non hanno la capacÂità ecoÂnomÂica per perÂmeÂtÂtersi il rimÂpaÂtrio del proÂprio congiunto.
Altre volte, invece, come denunÂciÂava AlessanÂdro Leogrande nel libro ‘Uomini e CapoÂrali’, i cimiÂteri del fogÂgiano sono zeppi di anonÂime croci di legno. Tombe abbanÂdoÂnate in cui nesÂsuno si inginocÂchia per pianÂgere, prive di nomi e di foto. Sono le stoÂrie interÂrotte dei migranti sfrutÂtati e schiÂavÂizÂzati, molti dei quali di origÂine musulÂmana. Che chiedono solo una degna sepoltura.
EmilÂiano Moccia
L’ambulatorio mobile dell’associazione gira per il Ghetto di RigÂnano, Borgo Tre Titoli ed il campo nomadi di Arpinova
AlessanÂdro Conca è un operÂaÂtore di EmerÂgency, l’associazione italÂiana fonÂdata dal medico-chirurgo Gino Strada. AlessanÂdro ha semÂpre operÂato nelle zone di guerra, ma dallo scorso 19 magÂgio gira con un ambuÂlaÂtoÂrio mobile le aree del fogÂgiano per portare assisÂtenza sanÂiÂtaria ai migranti impegÂnati nella racÂcolta dei campi e che vivono in preÂcarie conÂdizioni igienico-sanitarie. Il Polibus si fa spazio in zone invalÂiÂcaÂbili, quasi inesistenti sulle carÂtine geograÂfiche: il Ghetto di RigÂnano GarÂganÂico, Borgo Tre Titoli ed il campo nomadi di Arpinova. Il Polibus, quindi, è un poliambuÂlaÂtoÂrio itinÂerÂante, che garanÂtisce ai paziÂenti le cure di base e l’indirizzamento per le evenÂtuÂali visÂite speÂcialÂisÂtiche. Lo staff è comÂposto da un medico, un inferÂmiere, un mediÂaÂtore culÂturÂale e l’autista.
Il Polibus ha tutte le caratÂterÂisÂtiche di un norÂmale ambuÂlaÂtoÂrio. Con la recepÂtion, la sala d’attesa, la sala per le visÂite, quella per l’ecografia. Un mezzo di socÂcorso innoÂvÂaÂtivo e pratico che nei mesi scorsi ha offerto le sue prestazioni sanÂiÂtarie ai migranti ospiti nel campo di accoglienza di ManÂduria. Al terÂmine di quell’esperienza, EmerÂgency ha deciso di restare in Puglia e ha mirato il suo sguardo verso la Capitanata.
Che le conÂdizioni di vita dei migranti non siano delle migliori, è facilÂmente intuÂibile. Imigranti accamÂpati nel Ghetto di RigÂnano, dove EmerÂgency è ‘sbarÂcata’ col Polibus, vivono in strutÂture fatisÂcenti, su terÂreni brulli e polverosi, privi di acqua e di bagni chimici. Per tutto l’inverno, infatti, ogni giorno hanno dovuto perÂcorÂrere più di un chilometro a piedi per riemÂpire le taniche con l’acqua prelÂeÂvata dai sisÂtemi di irrigazione dei campi. Senza conÂtare che il lavoro scarsegÂgia, la paga è bassa e come da ‘tradizione’ devono conÂsegÂnare cinque euro della loro paga giorÂnaliera al capoÂrale di turno.
Dopo una giorÂnata di duro lavoro a racÂcogliere asparagi, dunque, i migranti di RigÂnano torÂnano nelle loro case per trascorÂrere il resto della serÂata. QualÂcuno rienÂtra a piedi, altri in macchina, ma la magÂgior parte ormai si muove in biciÂcletta. Seduti intorno al tavolo parÂlano, scherzano, semÂbrano quasi ignoÂrare i disÂagi in cui vivono. Anche se EmerÂgency lanÂcia un appello affinché si rinÂnovi l’esperienza avviÂata con l’Asl di FogÂgia, che dovrebbe conÂcludÂersi alla fine del mese di setÂtemÂbre.
EmilÂliano Moccia
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ACLI
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